LE PROPOSTE SUL S.MARIA DELLA PIETA' DEL COMITATO "SI PUO' FARE"
contenute nella Proposta di Delibera Comunale e nella Proposta di Legge Regionale
PROPRIETA':

La proprietà è affidata alla Regione Lazio.

Questo in virtù di due leggi:

la prima è una legge nazionale del 2000 (388/2000) che stabilisce che i beni degli ex Ospedali Psichiatrici siano destinati alla produzione di reddito e che i redditi prodotti siano destinati a finanziare i progetti di intervento pubblico sulla Salute Mentale.

La seconda è la Legge Regionale 14 del 2008 che stabilisce che i beni in gestione alle ASL ma destinati alla produzione di reddito passino alla proprietà esclusiva della Regione.

Quindi: il patrimonio del S.Maria della Pietà è destinato alla produzione di reddito. I beni destinati alla produzione di Reddito devono essere proprietà della Regione.

La proposta "Si può fare" sulla proprietà non è altro che l'applicazione della normativa vigente.

Le scelte che sta facendo la Regione con la Delibera 787 del 2016 e che il Comune di Roma sta avallando con il Protocollo di Intesa, affidano la proprietà di gran parte del complesso alla ASL ed all'uso sanitario (non reddituale).

Per il Comitato "Si può fare", queste scelte sono in contrasto con la normativa ed anche per questo ha presentato un ricorso che sta aspettanto l'esito da parte del giudice del TAR.
USI E DESTINAZIONI

La Proposta di Legge Regionale promuove un uso "misto" ripercorrendo più o meno la distribuzione delle destinazioni previste dal Protocollo di Intesa 2007.
L'ipotesi perseguita dalla PdL è un'ipotesi di "mediazione" e "buon senso". Infatti vi è anche una presa d'atto dello "stato di fatto" e quindi una parte del complesso viene comunque destinata a usi sanitari.

6
Ripristino delle funzioni giubileo 2000
(polo turistico ricettivo)
Ripristino delle funzioni giubilari (6 padiglioni).
Quindi i 5 padiglioni destinati dai finanziamenti del Giubileo 2000 ad ostelli ed accoglienza turistica ed il Padiglione 28 a servizio (ristorazione ed accoglienza).
10
Polo Culturale
Si tratta di un polo socio-culturale meno significativo di quello che i progetti associativi hanno immaginato negli anni. Tuttavia, di fronte alla determinazione delle istituzioni ad escludere l'uiso culturale, sarebbe una conquista straordinaria.
L'idea è quella di un'integrazione tra proposte culturali pubbliche e ipotesi reddituali, comunque, sempre nell'ambito di una proprietà pubblica.
5
Polo Amministrativo (Municipio 14)
Si tratta dell'unica ipotesi "apparentemente" condivisa da tutti. Eppure, in tanti anni, l'operazione "municipio" non si è mai conclusa.
Le ipotesi attuali (Protocollo di Intesa) lasciano la proprietà dei padiglioni destinati a Municipio alla ASL RME.
Questo è un assurdo amministrativo perché non si comprende quale ratio giuridica permetta alla ASL di risquotere affitti da beni reddituali. Ma soprattutto, la titolarità della ASL rende l'ipotesi di realizzazione del Municipio in forse ed in pericolo.
Lasciare alla asl gestione e proprietà di beni non destinati ad uso sanitario ha già determinato lo smantellamento degli ostelli e il fallimento del polo universitario.
Le ipotesi in atto lasciano alla ASL un potere totale sul destino dei padiglioni municipali (ed anche del Padiglione 31).
La PdL di Iniziativa Popolare, riportando proprietà ed utilizzi nell'alveo delle regole e di una gestione chiaramente pubblica è la miglior garanzia anche del progetto di sede municipale.
15
Uso Socio-Sanitario
Si tratta di una porzione significativa, circa il 40%. Il Comitato "Si può fare", nonostante sia contrario in li linea di principio all'uso snitario del S.Maria, ha voluto tener conto di molti servizi sanitari allocati da tempoi nel complesso e che sarebbe irrazionale spostare altrove con nuove spese e disagi per i cittadini.
Questo, anche come risposta a chi ci ha definiti "indisponibili, estremisti ed irragionevoli".
Tuttavia, l'uso sanitario non deve comportare la proprietà da parte della ASL RME e vanno trovate delle formule che permettano anche ai padiglioni sanitari di produrre redditi da destinare alla Salute Mentale.
RISORSE:
La Proposta di Legge Regionale applica la Legge 388/2000.
L'utilizzo del S.Maria deve servire a finanziare i Progetti di Salute Mentale, cioè l'applicazione della Legge 180.
Non aver applicato la Legge, oltre che sbagliato, è stata una scelta molto pericolosa. Senza un progetto di produzione di redditi che mantenga la proprietà pubblica, quella stessa legge potrebbe determinare l'obbligo di una vendita.
Il Polo culturale, il Polo turistico ricettivo, il sistema di permute e scambi per la sede del Municipio, la gestione reddituale anche degli usi sanitari, sono gli strumenti pensati per trarre redditi mantenendo la proprietà pubblica.
Tanto più importante di fronte alla crisi profonda ed alle scelte nefande che hanno colpito e colpiscono il Sistema pubblico dei servizi legati alla Salute Mentale.
La PdL regionale destina il 75% dei redditi prodotti direttamente ai Progetti di Salute Mentale, l'8% alla promozione della memoria storica (Centro Studi, Museo della Mente), il 15% al mantenimento ed alla valorizzazione del Complesso (gestione aree comuni) ed il 2% a finanziare gli strumenti di partecipazione, controllo e progettazione.
PIANIFICAZIONE URBANA
Le proposte di Iniziativa Popolare e, soprattutto la Proposta di Delibera Comunale approvata dall'Assemblea Capitolina il 22 luglio 2015, mirano al rispetto delle norme del Piano Regolatore di Roma.
Il S.Maria della Pietà è una "Centralità Urbana". Quindi la sua pianificazione deve essere prerogativa del Comune e utilizzare gli strumenti di partecipazione previsti dal regolamento partecipativo.
La delega di fatto alla ASL a realizzare il Piano di Assetto e la Delibera Regionale che lo approva, scavalcano le norme urbanistiche.
Il Protocollo di Intesa che il Comune sta firmando, è in contrasto con il PRG e con la stessa Delibera approvata dall'Assemblea Capitolina.
GESTIONE E CONTROLLO
Le proposte di Iniziativa Popolare promuovono strumenti di controllo e verifica partecipate, aperte alle realtà associative con compiti anche di promozione e progettazione.
La Consulta cittadina prevista dalla Delibera 40 approvata dal Comune non è mai stata istituita e questo rende le scelte attuali dell'amministrazione ancora più contraddittorie, non trasparenti e discutibili.