20 LUGLIO 2018 - APPELLO DEGLI URBANISTI E DELLE REALTA' TERRITORIALI
Primi firmatari:
Mirella Belvisi, Vezio De Lucia, Enzo Scandurra, Carlo Cellamare, Vittorio Emiliani, Paolo Berdini, Vittorio Sartogo, Angelo Zola, Piero Bevilacqua, Antonio Castronovi, Gaia Pallottino, Bernardo Rossi Doria, Mimmo Rizzuti, Riccardo Troisi, Gualtiero Alunni, Cristiana Scotti Mancinelli, Alfonso Perrotta, Marcello Paolozza, Alberto Benzoni, Francesco Sanvitto.

Appello per fermare il Protocollo tra Regione, Comune, Città Metropolitana e Asl Rm1
IL SANTA MARIA DELLA PIETA', EMBLEMA DI UNA CITTA' POSSIBILE

Il progetto di sanitarizzazione del complesso di S. Maria della Pietà, perseguito da Regione ed ASL e oggi sottoposto alla firma del Comune e della Città Metropolitana, rischia di chiudere nel peggiore dei modi un esperimento di partecipazione democratica e civile straordinario, durato per oltre 20 anni.

Il Santa Maria della Pietà è una Centralità urbana del Piano Regolatore. Vuol dire un polo di interesse sociale e pubblico, un punto di riferimento per quella che doveva essere la “città policentrica”.

Perché le Centralità Urbane questo sarebbero dovute essere piuttosto che semplici aree di sviluppo edilizio.

La straordinaria battaglia dei cittadini, sul S. Maria della Pietà ha permesso, già nel 2003, in sede di discussione del nuovo Piano Regolatore, di rendere il S. Maria della Pietà l'unica Centralità completamente pubblica e priva di progetti edificatori.

Un luogo storico, di grande qualità ambientale ed architettonica, con una valenza simbolica eccezionale, simbolo della “rivoluzione basagliana”, con la chiusura del Manicomio.

Un luogo intorno a cui si sono mobilitate le energie e le intelligenze di centinaia di cittadini consapevoli per un lunghissimo tempo.

Il S.Maria della Pietà è stato il simbolo di una possibilità, la costruzione di una pianificazione urbana partecipata, pensata, sociale.

Occasione già sfiorata e persa più volte come nella gestione istituzionale delle opere del Giubileo 2000.

Oggi, gli accordi istituzionali, stanno rappresentando l'ennesimo schiaffo alla progettualità diffusa e democratica.

Lontane anni luce dai bisogni e dalle proposte dei cittadini, le istituzioni stanno procedendo alla realizzazione di una assurda centralità urbana: un Municipio con intorno un Polo Sanitario. Una pianificazione “non sense” legata ad interessi altri da quelli della città che vede ancora tante strutture ospedaliere vuote da anni ed in grave degrado.

Il S. Maria poteva essere la prima Centralità in cui, davvero, si sarebbe potuta sperimentare la pianificazione urbana prevista dal Piano Regolatore e troppo spesso scavalcata, elusa, deformata dalla subalternità agli interessi economici.

C'è il luogo, la storia ed una Comunità consapevole e competente, ci sono le regole e gli strumenti formali per fare del S.Maria della Pietà un luogo pubblico di aggregazione, cultura, formazione, servizi di livello Europeo.

C'è anche una Delibera Comunale proposta dai cittadini e raccolta dal Consiglio votata nel 2015 da consiglieri di maggioranza e opposizione.

E c'è una Proposta di Legge Regionale presentata da 12.000 cittadini.

Ci sono infine le norme tecniche del PRG da rispettare sull'attuazione delle Centralità che il Protocollo proposto rende inutili.

Ci appelliamo al Comune di Roma, alla Città Metropolitana ed alla Regione Lazio perché non si perda questa ennesima occasione.


Non si facciano accordi infausti, le istituzioni si aprano agli strumenti partecipativi con l'ascolto, l'informazione, e il coinvolgimento rispettando il Regolamento della Partecipazione e le norme del PRG ancora vigenti.