Lettera aperta a Repubblica

Un'informazione distorta
fa danni alla città

Il Comitato "Si può fare" chiede a Repubblica di rettificare il suo articolo sulla mappa del Viminale dei "Centri Sociali antagonisti ed anarchici".
Sul S.Maria della Pietà dati imprecisi e sbagliati.

 

 
Comitato Si può fare 25 ogennaio 2019
L'articolo di Repubblica del 23/04/2019 sulla mappa dei Centri Sociali “Antagonisti ed Anarchici” stilata dal Viminale, in merito al S.Maria della Pietà, colleziona, in 16 righe, una serie di inesattezze sconcertante. In una confusione di date, fatti e vicende, si opera, di fatto, una disinformazione che induce il lettore a farsi un'idea del tutto fantasiosa ed inesatta.

Un articolo di un giornale importante come Repubblica, che riduce la storia della Ex Lavanderia e del S.Maria della Pietà ad un fatto di presunti “centri sociali anarchici e antagonisti” riproponendo acriticamente la propaganda di disinformazione salviniana, produce un danno ai lettori ed a coloro che si impegnano quotidianamente per una città più sana e più giusta.

Speriamo che “La Repubblica” voglia e possa recuperare il danno fatto.

Chiediamo alla Redazione di Repubblica di:

- Citare le fonti dell'articolo e verificarne la correttezza
- Rettificare il suo contenuto con dati e notizie corrette
- Fornire elementi di conoscenza fondamentali e completamente omessi nell'articolo.

Nel merito:
 
1) Il Padiglione 31 è stato occupato il 15 ottobre del 2004 (nell'articolo è omesso l'anno dando l'impressione che si tratti del 15 ottobre scorso). (vedi cronologia)

2) Il fine di quell'atto che vide protagonisti decine di associazioni e centinaia di cittadini, era di preservare la destinazione “legale” ad uso culturale del padiglione minacciata da una ASL RME che aveva appena smantellato illegalmente gli ostelli della Gioventù ristrutturati come la Ex Lavanderia con i fondi pubblici del Giubileo 2000. Fine non solo dichiarato dalle realtà che difesero l'uso legittimo del Pad. 31, ma riconosciuto da atti delle stesse amministrazioni locali (Comune nel 2005, Regione nel 2009).

3) La Campagna per l'uso pubblico, sociale e culturale del S.Maria della Pietà, non inizia da qualche settimana (come suggerisce l'articolo) bensì dal 1995, fatta di raccolte di firme e proposte di Iniziativa popolare (9.000 firme nel 2003, 12.500 alla Regione e 6.000 al Comune nel 2014 - quest'ultima approvata -). Una vicenda che, in 23 anni, ha coinvolto decine di associazioni e migliaia di cittadini, un ricorso al TAR pendente contro le scelte della Regione, una serie di atti di Regione ed ASL (recentemente, purtroppo, avvalorati dal Comune) in violazione delle Leggi Nazionali, Regionali e delle Norme Urbanistiche. E progetti, appelli, manifestazioni, atti approvati, cortei, articoli (raramente anche su Repubblica).

4) Il Padiglione 25 non è di proprietà della ASL ma della Regione, non è gestito dall'Associazione Ex Lavanderia ma fu occupato nel lontano 1997 dai Movimenti di lotta per la casa e immesso dal Comune di Roma nei piani per l'emergenza abitativa. La ASL RM1, ha, pochi mesi fa, staccato unilateralmente la corrente lasciando al buio ed al freddo le famiglie con i bambini.

5) rimuovere dal “racconto” la campagna sull'uso “legale”, culturale e pubblico del S.Maria della Pietà, non permette di comprendere nulla né sul S.Maria della Pietà, né sulla storia della Ex Lavanderia. Da oltre 20 anni cerchiamo di raccontare la verità sul S.Maria della Pietà, sugli arbitri, gli sprechi di risorse, le illegalità, le responsabilità politiche ed amministrative che hanno devastato uno dei luoghi più belli ed importanti della città, offeso la memoria del Manicomio e della rivoluzione basagliana, aggredito e dissolto ogni forma di democrazia e di partecipazione.
Un valore pubblico di centinaia di milioni di euro dissipato, malgestito, sottratto ai cittadini ed agli usi dovuti.
La verità più significativa è che il S.Maria della Pietà dovrebbe essere messo a reddito e con quei redditi finanziati i progetti di Salute Mentale nel territorio del Lazio.
Lo dice la Legge lo dice la Caritas, tutte le associazioni dei familiari dei pazienti psichiatrici, Italia Nostra. personalità dell'Urbanistica romana. Lo dice una Delibera Comunale approvata ne 2015, che la Giunta Raggi ha recentemente smentito accordandosi con la Regione Lazio. Lo dice una Proposta di Legge di Iniziativa Popolare alla Regione che non è mai stata discussa in Consiglio violando lo Statuto.

Noi siamo sempre a disposizione per offrire informazioni e notizie più corrette e comprovate di quelle offerte nell'articolo del 23 aprile. Ma basterebbe dare un'occhiata al sito: http://www.campagnasipuofare.it